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© 2009 Donato Bosca

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C. Curelli

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Donato Bosca ha attraversato l'Oceano insieme all'amico fotografo Bruno Murialdo. Ha percorso l'Argentina alla ricerca di vecchi parenti e amici di famiglia emigrati dalle Langhe e nel libro "Io parto per la Merica" (1986) racconta le speranze, le umiliazioni e le piccole gioie di un'emigrazione che ha scelto la nave, l'oceano, la pampa e l'Argentina per sfuggire alla miseria, all'assenza di prospettive. Il suo lavoro è diventato un reportage con tutti i sapori del racconto, creando con i nostri emigrati un legame non soltanto occasionale, ma una sorta di interscambio, per dovere di testimonianza, in primo luogo, e per rimuovere un tabù latente di cui il Piemonte può fare a meno. Come ha scritto la giornalista Maria Grazia Cucco sul settimanale "Famiglia Cristiana": "Era ora che anche questa epopea avesse i suoi cantori".
A questa prima pubblicazione sul tema dell'emigrazione segue “La Merica che non c’era” (2002), un libro dedicato al segno infranto degli emigranti convinti di essersi lasciati alle spalle “le terre schifose” e storie di malora, costretti poi sul suolo argentino a ricominciare da capo il cammino di riscatto svanito davanti a loro.
Al tema dell’emigrazione si riconducono anche i volumi “I paesi senza luna: il vivere altrove degli emigranti”, “Io sono la mia terra”, “Vestire la sposa” editi per iniziativa dell’Associazione culturale Arvangia.
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