Donato Bosca è uno dei primi responsabili, a partire dagli anni Settanta, con il volume "Racconti di Masche" (1979), di un singolare processo di metamorfosi che ha portato le streghe piemontesi a godere di una celebrità multimediale a vari livelli: servizi giornalistici, canzoni, pieces teatrali, quadri, vignette, fumetti, ricerche scolastiche, trasmissioni radiofoniche, mostre fotografiche, convegni, inchieste-dibattito in Tv, Tesi di Laurea, saggi, giochi, addirittura strategie turistiche di richiamo.
A questa prima pubblicazione segue nel 1988 "Langa magica", mentre nel 1993 Stampa Alternativa di Baraghini inserisce nel circuito nazionale dei Millelire la piccola antologia di "Racconti dalle Langhe" che vede coautori Balsamo e Manera. Nel 1999 viene pubblicato "Masche", un percorso letterario attraverso ricerche di racconti e testimonianze autentiche. Nell'autunno del 2000 tocca al volume "Andar per masche" sondare questo microcosmo di superstizione e folclore, proponendolo in lingua tedesca per i turisti che affollano Langhe, Monferrato e Roero; nell'autunno 2001 esce "Mai dire masche", seguito nel 2006 dalla pubblicazione “Masca ghigna fàussa” un volume che esplora i giacimenti della tradizione piemontese e l’impasto di cultura che ha dato vita alle storie di masche presentandole come creature pericolose e inaffidabili .
Con queste pubblicazioni l'autore conferma la sua volontà di contribuire a spazzare via la polvere che si è andata depositando su racconti e leggende che affondano le proprie radici in tempi lontanissimi e costituiscono una delle manifestazioni più vive ed interessanti dell'immaginario popolare piemontese.